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CARO-VITA
di ENZO PEDROCCO - inviato il 12/02/2006
IL “CARO-FRITELLA”

Alle innumerevoli assurdità - per non dire angherie - a cui taluni disinvolti commercianti di pochi scrupoli ci hanno quotidianamente costretti a sottostare dacchè nel nostro Paese l’euro ha preso il posto della lira, in questi giorni di vigilia del Carnevale se n’è aggiunta un’ennesima, rappresentata da quella che molti non hanno esitato a definire il "caro-fritoa" e che, personalmente, reputo oltremodo eloquente al riguardo dell’esosità ormai diffusa, ahinoi, un po’ in tutti i settori merceologici, compreso ovviamente quello, nella fattispecie, della pasticceria.

E’ mai possibile, infatti, chiedere un euro e venti centesimi – cioè, all’incirca, ben duemilaquattrocento delle vecchie lire - per una semplice fritella? Prima dell’introduzione dell’euro, come si ricorderà, questa non costava che poche centinaia di lire: qualche pasticciere vorrebbe gentilmente spiegarmi che cosa sia mai accaduto di tanto sconvolgente nel loro settore in questo frattempo, che io mi sono perduto, da giustificare e rendere legittimo un aumento di prezzo così considerevole per un prodotto fatto, in fondo, semplicemente di acqua e farina, con un po’ di zucchero e uvetta?

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