Pietre di Venezia | ..:Torna indietro:.. |
Ca' Rezzonico Comincia a Cedere | |
di Umberto Sartori - inviato il 08/09/2006 | |
Da alcuni anni ormai i mascheroni che ornano la base del massiccio edificio barocco mostrano le deturpazioni della lebbra sulfurea. Ma le foto che potete vedere muovono timori ben altri da quei faccioni accigliati: sono i plinti che, ormai trasformati in spugne di gesso, non reggono più il peso di una facciata tanto monumentale quanto pesante. Non c'è molto da dire, l'evidenza delle foto racconta da sola che i marmi stanno scivolando verso il basso, basta osservare le foto "allineamento-6-7.jpg" e "allineamento-7-8.jpg": i plinti a voluta sono in frantumazione e vistosamente inclinati rispetto alla bolla: "frampignai e scavessai", come diremmo qui a Venezia. Ma molto c'è da pensare sulla morale di figure come quella dell’assessore Belcaro e del caporeparto della Capitaneria di Porto Diamantini; molto anche sulle menzogne che le figure istituzionali continuano ad ammannire alla Popolazione. Dell’assessore non mette conto parlare: in Italia ormai essere un mentitore incallito è requisito base per affrontare la carriera di delinquente di partito. Ma il caporeparto della Capitaneria è un Funzionario, ciononostante ha avuto il coraggio di dichiarare a "Il Venezia" che esisterebbe una convenzione internazionale che impone tenori tollerabili di zolfo alle emissioni navali. La dica ai marmi della città, questa sua menzogna. Perché volgare e tragica menzogna è la sua affermazione. Trattandosi di un funzionario della Marina, il signore in questione non può ignorare i veri termini della Convenzione Marpol. Non può non sapere che l'"Annesso VI", entrato in vigore il 19 maggio 2005 fissa il limite delle emissioni sulfuree al 4,5% e che questo “limite” è spaventosamente alto, dal momento che solo lo 0,2% degli oli combustibili attualmente in commercio lo supera, secondo i campionamenti effettuati dalla DNV Petroleum Services E parimenti saprà, visto che cita la Convenzione, che solo le navi costruite dopo il 2005 saranno tenute ad avere a bordo certificati di conformità a quel pur flebile “limite” per quel che riguarda le emissioni solforiche e nitriche. Quelle costruite tra il 2000 e il 2005 dovranno dotarsene in occasione della prima messa a secco in bacino di carenaggio. Quelle costruite prima del 2000 sono esonerate dal dover rispettare l’annesso VI della Marpol in merito alle emissioni nitriche e agli inceneritori di bordo. Si noti inoltre che per la maggior parte del naviglio, ovvero quello che non naviga nel Mar Baltico, nella Manica e nel Mare del Nord, i “certificati di conformità” saranno rilasciati dai Registri Navali dei singoli Stati firmatari (alla prima stesura della Marpol erano 50, ma quando l’opinione pubblica mondiale, Norvegia e Paesi Baltici in testa ha spinto per accelerare l’applicazione dele norme antiinquinamento si sono ridotti a una quindicina). Noto il livello della corruzione in molti Paesi Mediterranei, Italia inclusa, possiamo, assieme al caporeparto Diamantini, ben immaginare con quale rigore tali “certificati” verranno compilati. Pare che il testo integrale della Convenzione Marpol non sia più disponibile in Rete, o perlomeno non lo si trova più con facilità. Forse a fronte del risveglio dell’interesse pubblico per gli affari armatoriali si preferisce tenere riservate altre limitazioni che erano presenti nel testo originale, come le esenzioni per talune marinerie come la Greca e la Turca. La stessa International Maritime Organization, estensore della Marpol, fornisce solo estratti e emendamenti. Ho potuto aggiornare le mie informazioni grazie alle citazioni e alle norme applicative. La maggior parte delle informazioni citate nell'articolo viene da questo documento della DNV, Det Norske Veritas, una delle maggiori Compagnie Mondiali nel Risk Management. MARPOL 73/78 Annex VI Regulations for the Prevention of Air Pollution from Ships Technical and Operational implications http://www.dnv.com/binaries/Marpol_Annex_VI_tcm4-125462.pdf> |
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