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Grado, Venezia, i Gradenigo - Interessante mostra alla Marciana
di Sebastiano Giorgi - inviato il 02/06/2001
Grado, Venezia, i Gradenigo
Una storia di lagune e commerci, legami con Bisanzio, poteri politici, economici e religiosi. Da
Aquileia a Rivoalto, da Grado a Venezia, l'intelligente mostra di preziosi documenti Grado,
Venezia e i Gradenigo, aperta fino al 22 luglio nelle splendide sale della Biblioteca Marciana di
Venezia, ripercorre attraverso la dinastia dell'antica famiglia veneto-romana Gradenigo oltre mille
anni di storia lagunare.
Nei primi secoli della nostra era Grado era infatti il porto di Aquileia e Rivoalto, che poi
diverrà Venezia, un gruppo di isole non molto abitate nel cuore della laguna veneta. La calata dei
Longobardi spinse il patriarca di Aquileia (1569) a rifugiarsi con le reliquie dei santi a Grado
che divenne così sede patriarcale con autorità su tutte le isole rimaste sotto l'autorità di
Costantinopoli. Ben presto però la fiorente Rivoalto, strategicamente più centrale oltre che meglio
protetta dalle acque, assunse un'importanza preponderante sulle lagune venete. Grado e Venezia
convissero a lungo dividendosi rispettivamente i ruoli di capitale religiosa e politica del ducato
veneziano fino al finale assorbimento nella città dei Dogi anche del potere religioso. Nonostante
questo Grado, che faceva parte delle terre lagunari dell'antico Dogado, che si estendevano da Grado
a Cavarzere, mantenne fino alla caduta della Repubblica una speciale dignità all'interno della
Serenissima che ancor oggi si esprime in un comune sentire con Venezia.
La mostra, aperta dal quadro che raffigura l'albero genealogico della famiglia Gradenigo dipinto
dal pittore seicentesco Giovanni Galletti, si snoda inevitabilmente attraverso il lento declino di
Grado (documentato da alcuni eccezionali testi della storiografia veneziana tra cui il codice che
contiene il Chronicon Altinate ed il Chronicon Gradense), dovuto essenzialmente all'esodo delle sue
più eminenti famiglie verso l'abitato realtino. Le antiche cronache ne elencano 27, fra le quali la
più illustre è casa Gradenigo, una dinastia proveniente da Aquileia che secondo la tradizione
sarebbe tra le fondatrici di Grado.
Un'immedesimazione quella fra i Gradenigo e Grado che spinge i curatori della mostra Marino Zorzi e
Susy Marcon, a ripercorrere le vicende dei Gradenigo lungo i secoli, da Aquileia a Grado, dal ruolo
politico-culturale della famiglia nella Repubblica Serenissima fino all'ottocento. La presenza di
esponenti della famiglia Gradenigo, e dei vari rami che fanno capo ad essa, è infatti
rintracciabile lungo tutta la storia della Serenissima, basti pensare all'insurrezione del 976,
quando Giovanni Gradenigo si prese cura delle spoglie del duca Pietro Candiano, ai tre dogi
espressi durante il trecento dalla casata (Pietro, Bartolomeo e Giovanni), alla lunga tradizione di
diplomatici tra cui l'Andrea Gradenigo bailo a Costantinopoli, fino agli undici Gradenigo divenuti
Procuratori di S.Marco. E siamo al settecento quando della famiglia Gradenigo fiorirono i rami di
Santa Giustina e di Rio Marin, dove tuttora esistono gli omonimi palazzi. Di tale discendenza si
ricorda in particolare Bartolomeo I Girolamo, del ramo di Rio Marin, ambasciatore della Serenissima
a Madrid, e poi dopo il 1797 nominato conte del Regno d'Italia da Napoleone e nel 1814 podestà di
Venezia sotto gli austriaci.

Sebastiano Giorgi

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