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Su e Zo par i Ponti   English text

Oltre cent’anni fa il barone francese Pierre Fredi de Coubertin disse: "L’importante non è vincere, ma partecipare. Così come la cosa più importante nella vita non è il trionfo ma la lotta. L’essenziale non è aver conquistato qualcosa, ma aver combattuto bene". E’ questo il motto che ancora oggi accompagna le Olimpiadi moderne e aggiungiamo noi, accompagna ogni anno anche la "Su e Zo per ponti di Venezia", la marcia non competitiva tra calli, campi e ponti della città lagunare.

L’edizione 2001, la numero ventitré, è la prima senza la presenza del suo fondatore e ideatore don Dino Berti, scomparso lo scorso settembre. L’idea della "Su e Zo per i ponti" nacque per far vivere Venezia in maniera diversa a tutti i partecipanti che ogni anno affollano la nostra città. Non ci sono gli atleti professionisti che danno "lustro" alla marcia, ma gruppi di scolaresche, di adulti, di bambini e di anziani provenienti da ogni parte d’Italia, d’Europa, del mondo. I marciatori sanno l’ora di partenza, fissata per le 10, non quella d’arrivo. La "gara", infatti, si svolge in assoluta tranquillità, perché l’importante non è vincere, ma stare assieme, facendo magari nuove amicizie. Così è più facile incontrare gruppi di ragazzi che approfittano per fare il giro dei bacari (i bar tipici di Venezia), che vederli impegnati a mantenere tempi e tabelle di marcia. E’ un autentico "serpentone" umano quello della "Su e zo per i ponti" fatto ogni anno di migliaia di partecipanti, (il ricavato delle iscrizioni viene devoluto tutto in beneficenza), che conferma la bontà e il successo continuo dell’iniziativa.

I partecipanti possono scegliere fra tre percorsi, tutti con partenza e arrivo in piazza San Marco. Il primo, di tre chilometri, è riservato ai più piccoli e agli anziani, il secondo di dieci ed infine il terzo da quattordici. Al termine tutti i podisti riceveranno una medaglia ricordo. Saranno premiate quasi tutte le categorie, dalle scuole ai gruppi più numerosi, dai gruppi folk ai gruppi stranieri.

E poi tutti a casa o in albergo, stanchi ma di sicuro felici di poter tornare l’anno successivo. Perché l’importante non è vincere ma partecipare, proprio come diceva de Coubertin cent’anni fa.

Alessandro Ragazzo

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Su e Zo par i ponti (Up and Down the Bridges)   Testo italiano

Alessandro Ragazzo