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di ENZO PEDROCCO - inviato il 10/10/2007 (letto 3393 volte - 4 commenti)
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DIAMOCI UNA REGOLATA
PRIMA CHE I TOPI CI INVADANO
Un esemplare di "rattus norvegicus" o ratto di fogna, detto anche pantegana o scherzosamente ed eufemisticamente - al fine di mitigare l'impressione e lo spavento che taluni sono soliti provare allorchè, come spesso accade, se lo ritrovano davanti - "criceto veneziano".
Scherzi a parte - anche perchè, a rigore, c'è ben poco da scherzare - constatato inequivocabilmente il diffondersi sempre maggiore dei topi un po' in tutta la città, e considerato che, com'è facilmente intuibile, nessun programma di derattizzazione di Venezia potrebbe avere mai successo senza la cooperazione dei suoi abitanti, non sarebbe forse il caso che un po' tutti ci dessimo una regolata e incominciassimo a prestare un po' più di attenzione,di quella prestata finora, a tale problema?
Se i topi diventano ogni giorno più numerosi ciò è dovuto, fra l'altro, a tutta una serie di vantaggi a essi concessi dal comportamento di molti di noi scarsamente attenti a non offrire occasioni di cui i topi possano approfittarne per prosperare e svilupparsi ulteriormente. E una di queste occasioni, tanto per fare un esempio, è indubbiamente rappresentata dall'enorme quantità di sacchetti di spazzatura e di altri rifiuti che molti di noi abbandonano incivilmente nottetempo in calli e campielli, oppure sulle rive dei canali, che per i topi sono un vero e proprio invito a nozze e una sorta di garanzia di una lunga e prospera vita, allietata, con ogni probabiità, da una prole numerosa: consentendo loro un facile accesso al cibo, associato peraltro alla disponibilità di una miriade di comode tane assicurate da una edilizia, quale quella veneziana, per lo più vetusta e malandata – e, di conseguenza, tutt'altro che rat-proofing:a prova, cioè, di topo – va da sé infatti che essi non potranno che continuare agevolmente a sopravvivere e a moltiplicarsi continuamente in virtù della loro ben nota fertilità.
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Commenti a questo articolo
Inviato da: Joe (clomer@inwind.it)
Sono d' accordissimo con quanto scritto sopra, finchè non cambieranno le pessime abitudini dei veneziani di abbandonare rifiuti organici a qualsiasi ora del giorno ci troveremo sempre più invasi dai topi (l 'esempio ce l' ho anche nella mia calle che dopo 2 settimane di raccolta differenziata la gente non ha ancora capito come dividere la spazzatura e di conseguenza lo spazzino non raccoglie i sacchi ).
Poi oltre ai veneziani maleducati ci sono le tonnellate quotidiane di spazzatura prodotta dai ristoranti , ammassate in enormi e numerosi sacchi neri e abbandonate nelle calli (quasi sempre adiacenti al ristorante stesso) ma in orari non compatibili con la raccolta, quasi sempre aperti (il regolamento dice che devono essere chiusi) e sbrodolanti di liquidi indefinibili che inzozzano e appestano di puzza il selciato e che rimangono a disposizione (self service) tutta la notte per i topi.
L' altra mattina mentre mi recavo al lavoro e attraversando piazza San Marco (circa le 7.15) c' erano due spazzini alle prese con un topo dentro il loro carretto, caricato per via dei sacchi dell' immondizia lasciati aperti dai bar della piazza.
Una cosa invece che non si dice mai a proposito del proliferare dei ratti è la drastica diminuzione delle colonie feline che fino a qualche decennio fa erano numerose nella nostra città. Non dico che questa fosse l' arma migliore , ma sicuramente la presenza dei gatti era un deterrente per tenere lontantano i topi, ora invece si riempie di veleno la città , con seri problemi , a mio avviso , per gli altri animali tipo gatti e cani domestici.
Lancio un appello a tutti i cittadini : AMATE un pò di più la nostra città.
Inviato il 02-11-2007 17:09 |
Inviato da: Enzo Pedrocco (e_pedrocco@yahoo.com)
Grazie,Joe, per il tuo commento, con il quale mi trovo pienamente d'accordo.
Inviato il 05-11-2007 04:27 |
Inviato da: Umberto Sartory
Anche la lotta ai topi, come i buoni sistemi fognari, sono chiaro specchio della civiltà di un Popolo. I topi sono forti e astuti.
Se il residente veneziano medio si mostra in effetti incivile con la gestione dei propri rifiuti domestici, conta sul solido aiuto di un sistema di raccolta inefficiente e umiliante.
Ci troviamo nella condizione di essere chiamati a lavorare gratis per un sistema per l'efficienza del quale già paghiamo tasse invereconde senza costrutti adeguati.
Con il fondatissimo sospetto poi che il nostro lavoro di "separatori a monte del rifiuto" altro non sia che una parte farsesca in una commedia inscenata agli occhi sempre più increduli dei Popoli confinanti.
A Venezia in particolare, poi, si direbbe che il topo sia divenuto specie protetta. Io torno spesso a notte alta lungo le Zattere, e dove un tempo trovavo gatti nottambuli ad accompagnarmi, adesso vedo moti fulminei di ratto che fugge a nascondersi.
Amabili "amministratori", in tutta evidenza grandi animalisti, si fanno in quattro per creare condizioni ambientali favorevoli ai loro protetti. Animalisti selettivi, in realtà, perché mentre odiano e sterminano gati e colombi, proteggono e coccolano i ratti.
Grandi isole murate agli umani ma con la più ampia facoltà di accesso per i ratti, raccolgono i rifiuti di decine di ristoranti per costiruire mangiatoie centralizzate ai ratti.
Si realizzano a Rialto immensi banchi per la vendita di frutta e verdura che includono già uno sottilissimo piano terra a uso esclusivo dei ratti.
Si sterminano le colonie feline perché la delicata psiche dei ratti non subisca traumi alla vista del nemico naturale e possa scorazzare in superficie in tutta tranquillità.
Sulle Zattere in particolare ci si è spinti fino a dotare gli ingressi delle tane ( i buchi nelle aiole degli alberelli altro non sono che tante tane di ratto) di robusti cancelli in ferro per evitare che qualche cane troppo zelante daneggi l'abitazione del ratto scavando.
E che dire delle innumeri mangiatoie decentralizzate costituite dai "cestini" per la raccolta dei rifiuti non domestici ma stradali? La grande varietà dei modelli è accomunata da due soli fattori: l'estrema e conclamata inefficienza e il pessimo rendimento estetico.
Certo si potrebbe, anzi, saprei fare meglio, ma bisognerebbe meritarselo... La maggior parte dei residenti, invece, non merita più di convivere con le fusa e l'afrore del gatto, malsì con lo squittire e la tanfa dei topi.
Inviato il 05-11-2007 16:18 |
Inviato da: GIANFRANCO (gfball@tin.it)
Ciao!
Si fanno tanti discorsi, tante denuncie, ma si trascura un fatto importante: Venezia è una città fondamentelmente medioevale, come tante altre città, con case costruite vicine le une alle altre, con calli per lo più anguste, ristretti spazi pubblici. I campi erano "camposanti", altro spazio era occupato da orti, da acquitrini invasi dalla marea, "piscine" per la produzione del sale...Poi è da ritenere che i vecchi veneziani producessero poche immondizie nel senso nostro. I residui alimentari finivano bruciati, altro materiale domestico dopo innumerevoli ricicli finiva anch'esso bruciato,
La Repubblica, ben conscia che "palo fa paluo", era attentissima a vigilare sui numerosi cantieri, per evitare comportamenti pericolosi di vetrai, carpentieri, contadini.
Ma mi pare che non fosse tanto necessario vigilare sulle "scoasse" dei privati cittadini, ci pensavano i topi, i gatti, i maiali, gli animali da cortile a eliminare i residui alimentari. (Un cenno sulla cultura delle immondizie nel mondo civile del '700, '800 e '900 l'ho letto sul bellissimo libro, recentemente rieditato, "La storia sociale degli odori")
La città, così come è sorta e così come si è sviluppata, non presenta spazi dedicabili alla raccolta delle immondizie.
E le immondizie attuali sono tante, tantissime, e della più diversa natura.
Forse separando severamente i residui alimentari umidi dal resto, contenendoli in sacchi di carta robusta, o plastica un po' più consistente di quella degli shopper, che possa resistere anche al becco dei gabbiani, e raccogliendoli assiduamente tutte le mattine, si potrà ridurre se non eliminare la causa principale della proliferazione dei topi.
A San Candido i cittadini sono obbligati a contenere le loro immondizie umide in appositi sacchetti di plastica robusta, venduti dal Comune (in cartella esattoriale), e lasciati il LUNEDI (anche il GIOVEDI), in posti di raccolta ben indicati, lungo le vie cittadine.
Si potrebbe fare lo stesso anche a Venezia, certamente con asporto gioraliero dei sacchi.
E lasciamo i gatti a fare le fusa nei salutti di tanti amici uomini!
GIANFRANCO BALLARIN
Inviato il 16-12-2007 22:43 |
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